Perugia - The Horst Fantazzini in concerto

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da admin il Lun, 03/03/2014 - 16:07

Pubblico in visibilio per il concerto "in casa" dei Fask

La band perugina è tornata sul palco dell'Urban per la gioia dei fan accorsi da tutta Italia a regalare sinergie ormai rare

di Marco Zuccaccia

E' stato un ritorno a casa in grande stile quello della band perugina "Fast Animals and Slow Kids" sul palco dell'Urban club di Sant'Andrea delle Fratte che li ha ospitati per la quarta volta. Nonostante le numerose date che li vedono impegnati a suonare in tutta Italia, molti fan hanno preferito vederli giocare in casa e l’incredibile riscontro di pubblico ha dato loro ragione. Tuttavia, scaldare la sala è toccato ad una nuova formazione, “The Horst Fantazzini”, ispirata alla figura dell’omonimo ladro gentiluomo e ai suoi numerosi tentativi di evasione dal carcere. Pochi pezzi per l’esordio di questa band che ha però saputo divertire gli spettatori che avevano riempito l’Urban già in prima serata. Durante il loro concerto gli Horst hanno spesso reso omaggio al musicista Mike Patton, loro punto di riferimento.

Quindi, il momento più atteso. Ad aprire il concerto dei Fask è stato il pezzo "Un pasto al giorno" a chiuderlo "A cosa ci serve", in mezzo ci sono stati uno spettacolo sonoro e una partecipazione di rara intensità. In scaletta “Copernico”, “Calce” e “Farse” cantate a squarciagola dal pubblico in una simbiosi magica e preziosa. I testi di Aimone sono intimi e descrivono timori ed emozioni che si evolvono con il passare del tempo e che trovano sbocco in “Fammi domande”. “Maria Antonietta” è il pezzo più orecchiabile nonostante a tratti resti inquietante e crudo.

La sfrontatezza e i pochi giri di parole rimangono una costante dei Fask. Non si ha timore di prendere in giro la morte e non c'è paura del futuro. “Combattere l'incertezza” segue la stessa linea e racchiude in sé alcuni dubbi esistenziali che aiutano a prendere coscienza di ‘chi siamo’. “A cosa ci serve” è la canzone che meglio descrive le condizioni di una generazione costretta a lottare e alla quale non resta altro che dare tutto di sé per vivere al meglio il proprio presente: “A cosa ci serve? Se non ci proviamo più / Il tempo che perdo è la morte / A cosa ci serve? Se non crediamo più”

Il live è il vero habitat naturale dei FASK, in cui sfogano tutta la loro energia spontanea e genuina. Combinano sfracelli stando solo in punta di piedi e col cuore in mano, senza bisogno di gonfiare troppo i pettorali o sfoggiare trucchi da studio. Si è percepito immediatamente l’affetto che i quattro ragazzi nutrono per chi va ad assistere ai loro show ed il pubblico dell'Urban se n’è accorto. Per questo non sono mancati gli stage diving, in verità più improvvisati dai fan in un tentativo di emulazione di Aimone Romizi che dal frontman della band.

La scaletta è stata fortemente incentrata sull'ultimo album "Hybris", pubblicato lo scorso anno, con qualche concessione al passato e al primo disco “Cavalli”. Un lavoro adrenalinico con ritmi sonori non sparati ma con un intreccio avvincente e avvolgente. I lampi di aggressività mettevano ancora più in luce una sensibilità inquieta, profonda e fragile. Invece di ricalcare queste atmosfere, i FASK non si sono lasciati sfuggire l’occasione per nuove sperimentazioni e il grande successo del disco “Hybris” ne è la riprova.

Per il combo perugino, che prende il nome dal reality show “Animali veloci e bambini lenti” di cui si parla nella serie animata per la tv “I Griffin”, è emersa l’attitudine per il suono di Seattle con "Territorial pissings", cover dei Nirvana. Un'occasione anche per un cambio di ruolo con Aimone Romizi che ha preso il posto di Alessio Mingoli alla batteria, vestendo i panni che furono di Dave Grohl, batterista della band statunitense. Mentre Jacopo Gigliotti ha soppiantato il vocalist, sempre continuando a suonare il basso e a Mingoli, scippato del proprio sgabello e dei propri tambuti, non è restato che supportare Alessandro Guercini alla chitarra. Una scelta che ha mandato in visibilio il pubblico che, agli stage diving, ha preferito salti e balli come ha potuto, e voluto. 

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Una poesia di Horst Fantazzini letta durante la trasmissione Bate Motel di Radio Cage

Mercoledì 5/2/2014 alle 22.00 su www, radiocage.it

XII puntata di Bate Motel - II stagione

Entità vagante per definizione, Bates Motel cammina inquieta per voi lungo le multiformi sono rità di un autunno milanese appena trascorso : ecco spuntare tra i Navigli le note del piano di Evan Lurie (dal Vivo!), in Chiesa Rossa l'organo di Philip Glass, in Ripa di Porta Ticinese la poesia di Horst Fantazzini e la rivoluzione egiziana raccontata da Marco Philopat. Tra un passo e l'altro, come al solito, la pregiata collezione autunno/inverno di bombon musicali... su www.radiocage.it